E' il 25 settembre, e nell'aula 12 della Facoltà di scienze politiche,
Moffa tiene l'ultima lezione dell'edizione 2009/2010 del master
"Enrico Mattei in vicino e Medio Oriente", di cui è coordinatore.
La presentazione ufficiale di questo corso, giunto alla quinta
edizione, come ricorda il docente sul suo sito, risale al 6 maggio
scorso, e avvenne nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi.
L'ora e mezza di lezione viene ripresa con una telecamera, e il
video è pubblicato sulle pagine web del docente, sulle quali
appaiono frequentemente articoli in difesa della libertà di
espressione, fatta coincidere, in questo caso, con la libertà di
negare l'Olocausto.
Tra i professori del suo master figurano anche famosi storici
negazionisti: è il caso di Serge Thion e di Robert Faurisson.
video è pubblicato sulle pagine web del docente, sulle quali
appaiono frequentemente articoli in difesa della libertà di
espressione, fatta coincidere, in questo caso, con la libertà di
negare l'Olocausto.
Tra i professori del suo master figurano anche famosi storici
negazionisti: è il caso di Serge Thion e di Robert Faurisson.
Quest'ultimo venne invitato da Moffa a tenere una lezione
all'università abruzzese già nel 2007, tra le proteste della comunità
ebraica, e dello stesso rettore dell'epoca.
Lezione cancellata, polemiche, e una petizione-appello contro la
presenza dei negazionisti nelle università italiane.
Moffa, però, non si è fermato e ha continuato a divulgare le sue
tesi.
Il titolo della lezione del 25 settembre lascia chiaramente intuire
come verrà sviluppato l'argomento: "Il tema-tabù del mondo
accademico, la questione della 'Shoah', della difesa del suo dogma
da parte della Inquisizione del III millennio, e del suo uso politico
nel complesso contesto della 'guerra infinità del Vicino Oriente".
Per Moffa, che cita Norman Finkelstein (autore del testo
"L'industria dell'Olocausto"), c'è un legame tra la Shoah e la guerra
in Medio Oriente.
Parla di uno "sfruttamento dell'Olocausto", avvenuto "a fini politici
ed economici": "E' un'arma ideologica indispensabile, grazie alla
quale una delle più formidabili potenze al mondo ha acquisito lo
status di vittima. Da questo specioso status di vittima derivano
dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche".
dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche".
Concetto difeso dallo stesso Moffa, che argomenta così la sua tesi:
"Nella lotta plurisecolare tra cristianesimo ed ebraismo, c'è stato
bisogno, al di là del fatto che il fatto sia vero o no, della creazione
di una crocifissione.
Di un episodio paragonabile ad una crocifissione di un intero
popolo. Visione religiosa dello sterminio e delle sofferenze che
indubbiamente ci sono state".
Quanto alle camere a gas, il docente cita un'intervista
Quanto alle camere a gas, il docente cita un'intervista
videoregistrata a Faurisson, in cui il negazionista arriva a contestare
l'uso del Zyklon b per sterminare gli ebrei: "L'edificio che viene
mostrato ai ragazzi delle scuole ad Auschwitz è un edificio che
non ha nessuna delle caratteristiche tecniche atte ad essere stato
una camera a gas.
Il Zyklon B veniva usato per disinfestare gli abiti dei reclusi: se
usato al fine di 'gassarè i deportati, nelle quantità previste e
raccontate da Rudolph Höss (comandante di Auschwitz, ndr) al
processo di Norimberga, sarebbe stato tecnicamente impossibile.
La cifra e i tempi forniti da Höss, di 2000 persone gassate al giorno,
non fanno tornare i conti".
Non c'è alcun contraddittorio e, anzi, Moffa chiosa: "Faurisson fa
considerazioni in modo consequenziale e convincente".
Moffa punta anche al dato dei sei milioni di ebrei sterminati, un
"numero con una valenza cabalistica. Non si capisce perché lo si
debba sempre ripetere".
debba sempre ripetere".
Una cifra ufficiale, dice Moffa, "ormai ampiamente messa in
discussione".
Il professore si spende anche per la difesa dei colleghi accusati di
Il professore si spende anche per la difesa dei colleghi accusati di
revisionismo.
A cominciare dal professor Roberto Valvo, del liceo di via di
Ripetta (accusato di aver detto che "la Shoah è stata una
montatura"): "Come ai tempi dell'Inquisizione, non è concepibile
che chi, argomentando o comunque parlando al bar o facendo una
battuta in un consiglio di classe dice 'non credo a questa cosa',
'credo che siano state 300mila le vittime', venga sanzionato.
Questo tipo di linciaggio e persecuzione è qualcosa di
assolutamente inconcepibile".
Contenuti che si ritrovano nelle pagine web del docente, sulle quali
oscilla tra il lodare "la grandezza umana e politica di
Ahmadinejad" , il presidente iraniano, mentre quello che lui
chiama "il cosiddetto Olocausto", un "dogma ossessivamente
ripetuto in tutti i suoi intoccabili e sacri tasselli" viene messo in
correlazione con "il potere di condizionamento di Israele su quasi
tutte le potenze e i poteri forti del pianeta".
"Con tutte le prove documentali e testimoniale che sono emerse, e
con la tragica contabilità dei deportati uccisi - osserva Gattegna
- nessuna persona che sia in buona fede può sollevare dubbi sulle
dimensioni della Shoah.
Mettere in dubbio quella che è stata una delle più grandi tragedia
dell'umanità non è qualcosa di sostenibile.
Questi negazionisti vogliono screditare il lavoro dei familiari dei
deportati e degli storici.
deportati e degli storici.
Un lavoro, quello dei testimoni, molto difficile".
Gattegna si chiede anche perché "i negazionisti vogliano colpire la
Memoria di chi ha sofferto e quale sia la loro reale intenzione":
"Così facendo - osserva - ridimensionano le colpe del nazismo".
Infine, un invito: "Queste persone vadano allo Yad Vashem o in
altri luoghi dove si trova tutta la documentazione della Shoah,
invece di fare queste illazioni".
Gianfranco Maris, classe 1921, sopravvissuto al campo di sterminio
Gianfranco Maris, classe 1921, sopravvissuto al campo di sterminio
di Mauthausen, dice: "Non riesco a provare odio.
Queste persone non lo meritano.
E' gente che non sa o non vuole vedere quello che è stato un fatto
reale. Se penso che un'università ha ospitato una lezione del
genere, viene da piangere".