venerdì 25 novembre 2011

Le Ali Leggere de las Mariposas. A Memoria dei Crimini contro le Donne




Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne.

Era stato l'Incontro Femminista Latino americano e dei Caraibi tenutosi a Bogotà nel 1981 a suggerire la data del 25 novembre come data internazionale della lotta contro la violenza  sulla donna.
Accettando il sollecito della delegazione della Repubblica Dominicana che proponeva di rendere omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo.

Aida Patria Mercedes 27 febbraio 1924 - 25 novembre 1960); Maria Argentina Minerva 12 marzo 1926 - 25 novembre 1960; Antonia Maria Teresa Mirabal 14 ottobre 1936 - 25 novembre 1960 nacquero rispettivamente a Ojo de Agua provincia di Salcedo nella Repubblica Dominicana da una famiglia benestante. 
    
Conosciute con il nome di  Las Mariposas Le farfalle era il 25 novembre 1960 quando Minerva e Maria Teresa decidono di far visita ai loro mariti, Manolo Tavarez Justo e Leandro Guzman, detenuti in carcere.




 Patria, sorella maggiore, vuole accompagnarle anche se suo marito è rinchiuso in un altro carcere e contro le preghiere della madre che teme per lei e per i suoi tre figli. Intuizione rivelatasi esatta poiché le tre donne vengono prese in un’imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise.

 
La loro brutale esecuzione, risveglia l’indignazione popolare che porta nel 1961 all’assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della dittatura.


La militanza politica delle tre sorelle Mariposas era iniziata quando Minerva, la più intellettuale delle tre, il 13 ottobre 1949, durante la festa di san Cristobal, organizzata dal dittatore per la società più ricca di Moca e Salcedo, aveva osato sfidarlo apertamente sostenendo le proprie idee politiche. 
 
Fu l’inizio delle rappresaglie contro Minerva e tutta la famiglia Mirabal, con periodi di detenzione in carcere per il padre e la confisca dei beni per la famiglia.
 
Minerva, con un carattere forte e indipendente  una grande passione per la lettura e una ancora più grande per la libertà e il suo paese. 

Maria Teresa la più piccola, emulazione e  modello, anche negli studi universitari delle altre, avrebbe voluto dedicarsi alla formazione Universitaria nella facoltà di Architettura, che non arriverà mai a concludere per la sua prematura scomparsa, conquistando soltanto il grado tecnico in Agrimensura; Minerva giovanissima  seguirà nella militanza politica, dopo essersi fidanzata con un altro attivista politico, Leandro Guzmàn, amico del marito di Minerva. 

Minerva chiede ai genitori dopo la conclusione degli studi superiori, il permesso di studiare Diritto all’Università e di realizzare un suo grande sogno, che troverà nella madre una dura e giustificata opposizione: che in relazione alle sue fiere idee politiche, teme per la sua incolumità. Per consolarla del diniego il padre le permette di imparare a guidare e le regala un automobile su cui, con grande audacia per i tempi, scorrazza da sola per tutta la provincia.
 

Nel 1952, all’età di ventisei anni, Minerva riesce a iscriversi all’Università di Santo Domingo, che frequenterà fra divieti e revoche. Dopo la laurea però non le viene consentito l’esercizio della professione.
 


Minerva, unica donna insieme a Dulce Tejada in un gruppo di uomini, il 9 gennaio del 1960 tiene nella sua casa la prima riunione di cospiratori contro il regime che segnò la nascita dell’organizzazione clandestina rivoluzionaria "Movimento del 14 giugno" e il cui presidente fu suo marito Manolo Tamarez Justo, assassinato nel 1963.
 

Minerva fu l’anima del movimento, «durante un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo, in questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto ed in quale misura il femminile è una forma di dissidenza». (Dedè Mirabal).


Ben presto nel "Movimento 14 giugno", oltre alla giovanissima Maria Teresa che quando fu assassinata aveva soltanto venticinque anni, vi erano anche il marito, entrambi già da anni erano attivisti politici;insieme alla materna e solidale Patria e al suo fiero marito Pedro Gonzalez.


Patria aveva già abbandonato gli studi presso una scuola secondaria cattolica di La Vega(farà lo stesso l'altra sorella Dedé per badare all’attività familiare).
Patria è molto religiosa e generosa, allegra e socievole; si definisce “andariega”, girovaga, perché ama molto viaggiare. 
Era madre di quattro figli (l’ultimo visse soltanto pochi mesi) e non esita ad aderire al movimento per « non permettere che i nostri figli crescano in questo regime corrotto e tirannico».


L'opera rivoluzionaria delle sorelle Mirabal è tanto efficace che il Dittatore in una visita a Salcedo esclama: «Ho solo due problemi: la Chiesa cattolica e le sorelle Mirabal».
 

Nell’anno 1960 Minerva e Maria Teresa vengono incarcerate due volte; la seconda volta vengono condannate a cinque anni di lavori forzati per avere attentato alla sicurezza nazionale, ma a causa della cattiva reputazione internazionale di Trujillo dopo l’attentato al presidente venezuelano Betancourt, vengono rilasciate e messe agli arresti domiciliari. 

Anche i loro mariti e il marito di Patria, Pedro Gonzalez, vengono imprigionati e torturati.


Trujillo progetta il loro assassinio in modo che sembri un incidente, per non risvegliare le proteste nazionali e internazionali; infatti i corpi massacrati delle tre donne vengono gettati con la loro macchina in un burrone.



L’assassinio delle sorelle Mirabal provoca una grandissima commozione in tutto il paese, che pure aveva sopportato per trent’anni la sanguinosa dittatura di Trujillo. 

La terribile notizia diffusasi con estrema rapidità, risvegliando coscienze in letargo.

Belgica Adele detta Dedéunica sorella sopravvissuta, perché non impegnata attivamente, ha dedicato la sua vita alla cura dei sei nipoti orfani: Nelson, Noris e Raul, figli di Patria; Minou e Manuelito, figli di Minerva, che avevano perso il padre e la madre, e Jaqueline figlia di Maria Teresa, che non aveva ancora compiuto due anni.
 Dedé esorcizzerà il rimorso per essere sopravvissuta alle amatissime sorelle dandosi il compito di custode della loro memoria: «Sopravvissi per raccontare la loro vita».

 Nel marzo 1999 ha pubblicato un libro di memorie <<Vivas in su jardin>> dedicato alle sorelle, le cui pagine sono definite come «fiori del giardino della casa museo dove rimarranno vive per sempre le mie farfalle».  


La vita delle sorelle Mirabal è stata narrata anche dalla scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo Il tempo delle farfalle (1994), da cui è stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso In The time of Butterflies, con Salma Hayek.

 
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,  dichiara il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in loro memoria. Invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.

In Italia solo dal 2005 diversi Centri antiviolenza e Case delle donne, hanno iniziato a celebrare questa giornata. 
Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty international festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali in contrasto alla violenza alle donne.

I diritti delle donne sono diritti umani a tutti gli effetti 
e qualunque violazione di questi diritti è pertanto una violazione dei diritti umani.

Il fine ultimo di questa scelta resta evidentemente l’eliminazione di tutte le forme di violenza sulle donne attraverso atti formali precisi: 
- il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani;

- il rafforzamento delle attività a livello locale ed internazionale contro questo tipo di violenza;

- la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia;

- dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo;

- il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di qualunque tipo di violenza.


  


                                                                                 Cleofe Barziza









Fonti e risorse Bibliografiche
Dedé Mirabal, Vivas in su jardin, Aguilar 2009

Julia Alvarez, Il Tempo delle Farfalle, Firenze, Giunti 1997

giovedì 3 novembre 2011

Se devi amarmi


Se devi amarmi, per null'altro sia 
se non che per amore. 


Mai non dire:"L'amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare, il modo
di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno". 



Queste son tutte cose che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.


E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto. 



Può scordare il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.



 Soltanto per amore
amami - e per sempre, per l'eternità.

       Elizabeth Barrett Browning

Tratta da "Sonetti dal portoghese" (1847)


                     a cura di Daniela Marcheschi edizioni Via del Vento 1998