sabato 23 luglio 2011

Lucien FREUD: il Realismo Psicologco La Bellezza e la Carne







Tra le pieghe dell'inconscio, la realtà rivela la sua segreta essensa.
Lucian Freud usa il pennello per ritrarre uomini e donne, sorpresi nella loro più intima fragilità.
Un viaggio tra l'indicibile e il percepibile.
Ritratti per scandagliare l'anima, nudi per turbare la mente e il realismo diventa psicanalisi allo specchio.
Sono i soggetti di Lucian Freud, in mostra a Venezia fino al 30 ottobre.
80 opere spogliano e raccontano l'uomo nella sua nudità e fragilità.
Il più grande pittore realista nato a Berlino 8 dicembre 1922 e morto a Londra 21 Luglio 2011
 è stato un artista amato da collezionisti e case d'aste e odiato da una schiera di critici tra cui Brian Sewell, forse perchè attirava, catalizzalizzava e incrementava un mercato - quello dell'arte-  nel quale proiettare l'aura del successo sulle quotazioni non è sempre del tutto possibile.


                                       
 Di lui è stato detto tutto e il contrario di tutto, ma la pittura continua a regnare sovrana sulla sua personalità artistica, forse come un avvocato difensore rilanciava nel vuoto accuse, critiche e pregiudizi.
Il realismo di Freud è un'indagine introspettiva che rinsaldava frammenti di soggettività repressa nell'estemporanietà contemporanea. 




                                      
Gestualità pittorica incisiva, penetrante, profonda per uno scavo oltre l'immagine, patinata di uomini e donne, protagonisti imprigionati nel loro ruolo.
Soggetti che si staccano dall'interiorità e portano lo spettatore ad analizzare se stesso, le proprie ansie e le proprie paure.



 Uno scavo che rompe gli schemi del classico, che frantuma il tempo e descrive, senza concedersi abbellimenti, la vita nella sua autenticità.

Visi e corpi incastonati in ambienti e in luoghi ricchi di particolari, una meticolosa attenzione per il dettaglio degna dell'estro seicentesco di Frans Hans.


Sono i dettagli, infatti, diafone presenze mutevoli e impercettibili, a comporre le trame di un dialogo enigmatico e carico di tensione psicologica tra l'io, l'essere e l'apparire.


Velature, sottili contrasti, luci, cromie e tratti definiscono lo spazio creando quell'atmosfera unica e strettamente connaturata al soggetto, da divenire tessuto connettivo su cui si dispiega l'intimità nascosta del personaggio, per Lucian Freud, infatti, il quadro doveva possedere quattro fondamentali accenti: "Sorprendere, Turbare, Sedurre e Convincere".


Sentimento e vitalità emozionale guidavano la mano di Freud in ogni frammento cromatico e in ogni segno, conferendo a immagini che rimangono scolpite nella mente la stessa uguale intensità.


Solo così l'anima del dipinto, riesce a vivere, respirare, ma soprattutto a catturare lo sguardo e irretire il cuore.



                                   Donna Bruzia

giovedì 14 luglio 2011

Non incolpare nessuno



Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno,
di niente,
perché in fondo Tu
hai fatto quello che volevi nella vita.
Accetta la difficoltà di costruire te stesso
ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo
proviene dalle ceneri dei suoi errori.
Non lamentarti mai della tua solitudine
o della tua sorte, affrontala
con valore e accettala.
In un modo o in un altro è il risultato
delle tue azioni e la prova
che Tu sempre devi vincere.
Non amareggiarti del tuo fallimento
né attribuirlo agli altri.
Accettati adesso o
continuerai a giustificarti come un bimbo.
Ricordati che qualsiasi momento
è buono per cominciare e che nessuno é
così terribile per cedere.
Non dimenticare che la causa del tuo presente
é il tuo passato,
come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.
I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
Impara a nascere dal dolore e ad essere piú grande,
che è il più grande degli ostacoli.
Guarda te stesso allo specchio
e sarai libero e forte e finirai di essere
una marionetta delle circostanze,
perché tu stesso sei il tuo destino.
Alzati e guarda il sole nelle mattine
respira la luce dell’alba.
Tu sei la parte della forza della tua vita.
Adesso svegliati,
combatti, cammina, deciditi e
trionferai nella vita;
Non pensare mai al destino,
perché il destino è il pretesto dei falliti.
                                             Pablo Neruda

                                         Premio Nobel per la letteratura nel 1971.


domenica 10 luglio 2011

Patafisica: la Scienza delle Soluzioni Immaginarie



 Molto più in là del Relativismo, la Patafisica dimostra che i fenomeni sono interpretabili in infiniti modi.

Nel momento della crisi dei valori tradizionali e dell'affermazione delle verità molteplici, questo 'atteggiamento di pensiero' è tornato alla ribalta, panacea consolatoria di tempi difficili.
 Dai recenti dibattiti tenutisi a Roma e Milano, fino ai recenti meeting realizzati dal principe della patafisica musicale Vinicio Capossela, ci stiamo inoltrando in un territorio che ci levita in un quadro di Magritte pittore Patafisico per eccellenza. 
La mera traduzione del termine Patafisica è letteralmente <<ciò che è vicino a ciò che è dopo la fisica>> ovvero dopo la Metafisica
 L'ideatore di questa scuola di pensiero, il filosofo francese Jarry, utilizzò l'esempio passato alla storia, dell'orologio da polso. Questo viene solitamente ritratto di forma tonda quando invece viene visto lateralmente è rettangolare e schiacciato. Una sorta di provocazione che ha scandalizzato gli intellettuali.
Negli anni 50 ebbe a rappresentare l'invito a ripensare all'inverso la legge della caduta dei corpi verso un centro, che ci si domandava perché non vederla come legge dell'ascensione del vuoto verso una periferia?
 È così che Jarry condusse i principi della Patafisica oltre quelli della metafisica, considerando l'universo reale nella sua totalità e l'approccio patafisico come complementare alle percezioni condizionate dalle generalità.
 La Patafisica si presenta sotto forma di discorsi scientifici o filosofici che possono sembrare a prima vista Ermetici.
 In realtà non si può in nessun modo trascurare l'ironia dei divertenti giochi di spirito che si mischiano alla riflessione profonda sui linguaggi utili a esaminare una visione parallela del mondo.
Il patafisico, dunque, è colui che percepisce le manifestazioni del sentire come una della tante espressioni dell'immaginario.
Per lui la verità - obiettivo ultimo della filosofia tradizionale - è la più immaginaria fra tutte le soluzioni.
Gilles Deleuze di "Critica e clinica" e "L'isola deserta" è patafisico nella sua teorizzazione della lettura del reale attraverso un procedimento non-sense.
Jean Baudrillard ha individuato esattamente in quell'atteggiamento di pensiero l'unica strategia ormai possibile contro il sistema iperrealista della simulazione.
Pietro Bellasi ha attestato che fosse insieme al pensiero laterale l'ultima forma disponibile per leggere la realtà senza cadere nell'aporia.
 Da forma di pensiero rivoluzionaria e provocatoria la Patafisica ha contaminato finanche la letteratura con  gli Esercizi di stile <<Exercices de style>> scritti dal francese Raymond Queneau che sono un esempio grandioso di "molteplicità dei punti di vista applicata alla scrittura" constano di una stessa trama raccontata in novantanove modi diversi, ognuno diverso nello stile di narrazione.
 In questo modo si abbattono attraverso una serie di artifici letterari il concetto di una verità unica e incontrovertibile e di conseguenza l'idea di un linguaggio universale e predeterminato per esprimerla.
 La pittura di Joan Mirò e René Magritte ancora  è portatrice dello stesso messaggio: il senso degli uomini che piovono dal cielo o della tela che si confonde con il panorama reale rappresenta esattamente l'esigenza di un pensiero laterale per trovare risposte oltre i parametri classici della definizione del reale (fisica).



La Patafisica è una corrente artistica nata alla fine dell'Ottocento con lo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry che nel libro Gesta e opinioni del dottor Faustroll Patafisico definisce "la scienza delle soluzioni immaginarie (...)".
 In un romanzo di Alfred Jarry sono esposti i principi e i fini della Patafisica come scienza che si prefigge di studiare il particolare e le eccezioni per spiegare l'universo supplementare al nostro.
Lo abbiamo già detto letteralmente Patafisica significa ciò che è vicino a ciò che è dopo la fisica (la metafisica).
Ma ribadiamo del nuovo atteggiamento intellettuale a cui siamo interessati che ha radici in Francia, infatti l'11 maggio 1948 nasce a Parigi un Collegio di patafisica, il Collège de Pataphysique, avviato da personalità intellettuali come Maurice Saillet, Jean Ferry e Raymond Queneau.
 Il Collegio ebbe da subito degli statuti una gerarchia un Ordine: quello della Grande Giguglia e un calendario che si costitui come espressione e testimonianza di una società scientifica internazionale anche se "minoritaria per vocazione" come <<società di ricerche scientifiche e inutili>>.
È senz' altro da ricordare l'Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle), la "sottocommissione" del Collegio che nacque il 24 novembre 1960 fondata da François Le Lionnais, Raymond Queneau e una decina di amici per lo più scrittori e/o matematici e/o pittori: Albert-Marie Schmidt, Jean Queval, Jean Lescure, Jacques Duchateau, Claude Berge et Jacques Bens.
Possiamo dire che dalla Francia la Patafisica conquisterà il mondo.

Nel 1952 Roger Chattuck è nominato Rappresentante del Collegio delle Americhe e nel 1957 viene fondato il primo istituto straniero a Buenos Aires: l'"Istituto di Alti Studi Patafisici".

 Il 3 marzo 1964 viene celebrata la fondazione dell "Istituto Patafisico Mediolanense" nato dagli stimoli di Raymond Queneau.

 Quasi simultaneamente prendeva vita a Roma un Istituto Patafisico promosso da Renato Mucci, Leonardo Sinisgalli e Gianbattista Vicari.

 Si susseguiranno in Italia il "Turin Institute of Pataphysics" (1979) che vide Ugo Nespolo quale Protoproveditore, l' "Istitutum Patafisicum Partenopeium", aperto su Napoli da Luigi/Luca Castellano il quale, non essendo mai molto prolifico di nuove nomine portò ad un periodo di occultazione fino al nuovo Istitutum Partenopeum retto attualmente da Mario Persico

Da allora in poi, il "Collage de Pataphysique"(1989) fondato da Tania Lorandi, l'"Istituto dei Ventilati Patafisici Benacensi" e l'"Istituto Patafisico Vitellianense" (1994) retto da Afro Somenzari iniziavano le loro attività, sotto la grande approvazione dell'Imperatore Analogico Enrico Baj.

 Negli ultimi anni, nascono nuovissimi istituti con emanazioni dirette e rare approvazioni del Collège de Pataphysique, come l'"Autoclave di Estrazioni Patafisiche" fondato l'8 dicembre 2008 a Milano da Giovanni Ricciardi, e l'Istituto Patafisico Sardonico a Cagliari fondato sempre nel dicembre 2008 dalla compagnia teatrale Fueddu e Gestu.

 Tutti questi istituti, collaborano e contribuiscono con grande attenzione per merito di manifestazioni artistiche e precise pubblicazioni ad arricchire le ricerche attorno alla "scienza". 

Ovunque nel mondo esistono istituti storici come il London Institute of Pataphysics, in Belgio "Institut Limbourgeois de Hautes Etudes Pataphysiques" e i nuovi "Istituto Patafisico di Santiago del Chile", il "Décollage de Pataphysique" di Sao Paulo in Brasile sede distaccata e autonoma del "Collage de Pataphysique".




                                                      Amalia Battista








                                                      

venerdì 1 luglio 2011

Trova il Tuo Tempo




Trova il tempo di riflettere,
è la fonte della forza.

Trova il tempo di giocare,
è il segreto della giovinezza.

Trova il tempo di leggere,
è la base del sapere.

Trova il tempo di essere gentile,
è la strada della felicità.

Trova il tempo di sognare,
è il sentiero che porta alle stelle.

Trova il tempo di amare,
è la vera gioia di vivere.

Trova il tempo d'esser contento,
è la musica dell'anima.
                                                (Antica ballata irlandese)