I Comitati in Italia sono indispensabili per grandi celebrazioni così è stato anche per Machiavelli.
A Firenze successivamente a una riunione convocata dall’assessore alla cultura del Comune di Firenze, è nato un comitato per gestire la celebrazione di un evento di sicuro interesse, e come suo coordinatore è stato indicato Valdo Spini, capogruppo della lista “Spini per Firenze” nel Consiglio comunale.
L’idea di una così grande iniziativa
per celebrare degnamente il quinto centenario (1513-2013) del Principe di Niccolò
Machiavelli, è dunque cosa buona e giusta.
lo è ancor più perché Il trattato scritto dal grande fiorentino nel 1513, nel suo esilio
di Sant’Andrea in Percussina, è uno dei libri più conosciuti e diffusi del
mondo, è considerato l’architrave degli studi di teoria e dottrina della
politica, è insegnato nelle università di tutto il mondo e pubblicato in
moltissime lingue.
Ricordare criticamente questo avvenimento di grande
significato culturale è dunque anche un modo per ribadire il ruolo della Firenze nel Rinascimento, e perché no forse anche il ruolo del Rinascimento sulla cultura.
L’anniversario del trattato scritto dal
Segretario fiorentino nel suo esilio è un caposaldo
fra i massimi nella storia del pensiero politico europeo, che sarà dunque ricordato - come è facile immaginare - con
convegni, mostre, rappresentazioni teatrali, percorsi storici, proiezioni di
film di argomento rinascimentale, collegamenti informatici e siti telematici.
Secondo Spini le celebrazioni dovrebbero essere organizzate “all’insegna dello studio delle leggi che sono sottostanti al potere, Saggi che sono sottostanti al potere, attualizzandolo nel contesto democratico contemporaneo".
Questi temi sono stati già peraltro affrontati con dovizia da molti: Ugo Foscolo parlò del Machiavelli come di colui che svelò ‘di che lacrime grondi e di che sangue / lo scettro ai regnator’; Norberto Bobbio gli contrappose Erasmo da Rotterdam che sosteneva che il Principe dovesse eccellere in magnanimità, saggezza e temperanza (mentre Machiavelli, com’è noto, scriveva che doveva eccellere nelle arti ‘della golpe e del lione’).
Questi temi sono stati già peraltro affrontati con dovizia da molti: Ugo Foscolo parlò del Machiavelli come di colui che svelò ‘di che lacrime grondi e di che sangue / lo scettro ai regnator’; Norberto Bobbio gli contrappose Erasmo da Rotterdam che sosteneva che il Principe dovesse eccellere in magnanimità, saggezza e temperanza (mentre Machiavelli, com’è noto, scriveva che doveva eccellere nelle arti ‘della golpe e del lione’).
Oggi, più modernamente, di fronte alla difficoltà della politica a padroneggiare la crisi finanziaria internazionale, dovremmo parlare dei rapporti tra i vari poteri e tra questi e la democrazia.
Sarà magari l'occasione per svolgere una riflessione critica sul ruolo della politica nel contesto internazionale di oggi, o potrebbe aiutarci molto a chiarire idee e soprattutto le incerte destinazioni verso cui troppo spesso ci sospingiamo inconsapevoli.
Sarà magari l'occasione per svolgere una riflessione critica sul ruolo della politica nel contesto internazionale di oggi, o potrebbe aiutarci molto a chiarire idee e soprattutto le incerte destinazioni verso cui troppo spesso ci sospingiamo inconsapevoli.