mercoledì 21 settembre 2011

La Particella più Timida e Sfuggente: Entità prossima al Nulla.






La velocità della luce è stata superata c'è la conferma ufficiale: I neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. 


L'esperimento Cng-s (Cern Neutrino to Gran Sasso) con il quale un fascio di neutrini è stato lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è cosa fatta.


 Il risultato che è frutto della collaborazione internazionale Opera; l'esperimento Cngs (Cern Neutrino S to Gran Sasso) si è cioè avvalso dei rivelatori che si trovano nei Laboratori del Gran Sasso, che hanno analizzato oltre 15.000 neutrini tra quelli che, una volta prodotti dall'acceleratore del Cern Super Proton Synchrotron,  i quali percorrono i 730 chilometri che separano il Cern di Ginevra dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. 


I dati hanno dimostrato che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocità attesa. 
L'analisi dei dati, raccolti nel corso degli ultimi tre anni, dimostra che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. 


I Clamorosi risultati dello studio del Cern

e dell'Infn guidato dal fisico italiano: Antonio Ereditato 

dell'Università di Berna hanno infranto il muro fino a poco 

fa "invalicabile" della  fisica. 


Senza alcun dubbio c'è chi parla di una vera rivoluzione

poiché i risultati metterebbero in discussione le regole

stesse della fisica ma in particolare modo le teorie di 

Albert Einstein secondo cui niente nell'universo può 

superare la velocità della luce. 


Adesso invece quella velocità è stata infranta dai neutrini che

a quanto pare viaggiano oltre quel limite; infatti le particelle 

sembra che abbiano coperto i 730 chilometri che separano i 

laboratori di Ginevra da quelli del gran Sasso a una velocità 

più alta di quella della luce.


Il muro è stato infranto di appena 60 nanosecondi.
Il team di ricerca ha atteso ben tre anni di misurazioni per sottoporlo alla comunità scientifica. 



Le prime reazioni non hanno tardato ad arrivare: il Centre national de la recherche scientifique francese, ha parlato di una "clamoroso" risultato destinato  ad aprire "prospettive teoriche completamente nuove".


L'astrofisica Margherita Hack ha parlato di una vera e propria rivoluzione perché, ha osservato, "finora tutte le previsioni della teoria della relatività sono state confermate".




"Neutrini più veloci della luce"  Messo in discussione Einstein


La teoria della relatività elaborata da Einstein nel 1905,  era servita a fissare la velocità come una costante, tanto da essere parte della celeberrima equazione E=mc², dove E è l'energia, m la massa e c, appunto, la velocità della luce. 



L'astrofisica  Hack ha inoltre spiegato che la relatività Einsteiniana, "prevede che se un corpo viaggiasse ad una velocità superiore a quella della luce dovrebbe avere una massa infinitamente grande. Per questo la velocità della luce è stata finora considerata un punto di riferimento insuperabile".


Tra l'altro, la teoria della relatività ha stabilito implicazioni come l'impossibilità fisica delle traversate interstellari e dei viaggi nel tempo, finora inesorabilmente relegati alla fantascienza e ritenuti irrealizzabili dalla scienza. Ora tutto ciò potrebbe cadere. 

Ereditato da parte sua si è affrettato a precisare "non voglio pensare alle implicazioni (...) Siamo scienziati e siamo abituati a lavorare con ciò che conosciamo".


Secondo lo stesso Ereditato "il potenziale impatto sulla scienza è troppo grande per trarre conclusioni immediate o tentare interpretazioni".

Con Ereditato lavorano circa 160 ricercatori di 30 istituzioni e di 11 Paesi tutto è stato considerato come il "frutto di un lavoro complesso e gratificante" svolto sul filo dell’entusiasmo anche di giovani ricercatori precari.

Antonio Ereditato è napoletano ha 56 anni, ha studiato a Napoli gloriosa Univertà "Fedeco II" ha poi lavorato in molti centri di ricerca prevalentemente all'estero. 





                                     


Da cinque anni dirige l'Istituto di Fisica delle particelle dell'università svizzera di Berna.
E' coordinatore della collaborazione internazionale Opera, nell'ambito dell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), nato dalla collaborazione fra il Cern di Ginevra e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). 

Dunque con la possibilità di superare la velocità della luce è stato messo in crisi uno dei punti di riferimento della fisica contemporanea.


E' accaduto che le costanti dell'universo che hanno infatti un valore universale e indipendente, considerati veri e propri capisaldi che modellano la visione dell'universo sono stati "superati". 

Nell’aula magna dei Laboratori del Gran Sasso si sono riuniti i fisici che hanno materialmente misurato il tempo dei neutrini sparati dal Cern. 


La particella più timida e sfuggente dell’universo, definita “l’entità più prossima al nulla” per la massa vicina allo zero e la capacità di eludere gli esperimenti, è diventata all’improvviso una star per le sue decantate doti di velocità.

Ci abitueremo perciò a pensare a una misurazione di una velocità superiore di quella della luce e a considerare qualcosa come Più veloce del neutrino
Un dato che fin ora stando alle informazioni considerate verrà strizzato, rivoltato e sezionato alla ricerca di possibili errori.



                                       

Il fascio dei neutrini sparato dal Cern a partire dal 2008 doveva terminare alla fine del 2011.
 A una prima proroga di un anno si spera ne segurà un’altra - data come probabile - di alcuni mesi nel 2013.


E alla misurazione della velocità delle particelle generate nel laboratorio di Ginevra potrebbero unirsi ora anche altri due rivelatori situati nelle viscere della montagna dove regna il “silenzio cosmico” e la flebile voce delle “entità più vicine al nulla” che si spera si riusciranno ad ascoltare con altrettanta fortuna. Stiamo parlando di Borexino, un orecchio puntato sui neutrini provenienti dal Sole, e di Icarus, esperimento proposto dal Nobel Carlo Rubbia nel 1977 e inaugurato l’anno scorso.

Nel laboratorio dove attualmente è stato misurato il record di velocità dell’universo, pazienza e capacità di attesa diventano virtù d’obbligo, ma non siamo ottimisti nel credere che con  altrettante sorprendente velocità arriveranno nuovi cospicui investimenti per la buona ricerca.


                                              Cleofe Barziza