domenica 4 settembre 2011

Canto 81 di Erza Pound




  1. Quello che veramente ami rimane,
    il resto è scorie
    Quello che veramente ami non ti sarà strappato
    Quello che veramente ami è la tua vera eredità
    Il mondo a chi appartiene, a me, a loro,
    o a nessuno?
    Prima venne il visibile, quindi il palpabile
    Elisio, sebbene fosse nelle dimore d'inferno,
    Quello che veramente ami è la tua vera eredità

    La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
    Strappa da te la vanità, non fu l'uomo
    A creare il coraggio, o l'ordine, o la grazia,
    Strappa da te la vanità, ti dico strappala
    Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
    Nella misura dell'invenzione, o nella vera abilità dell'artefice.
    Strappa da te la vanità,
    Paquin strappala!
    Il casco verde ha vinto la tua eleganza.

    «Dòminati, e gli altri ti sopporteranno»
    Strappa da te la vanità
    Sei un cane bastonato sotto la grandine,
    Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
    Metà nero metà bianco
    Né distingui un'ala da una coda
    Strappa da te la vanità
    Come son meschini i tuoi rancori
    Nutriti di falsità.
    Strappa da te la vanità,
    Avido di distruggere, avaro di carità,
    Strappa da te la vanità,
    Ti dico, strappala.

    Ma avere fatto in luogo di non avere fatto
    questa non è vanità

    Avere, con discrezione, bussato
    Perché un Blunt aprisse
    Aver raccolto dal vento una tradizione viva
    o da un bell'occhio antico la fiamma inviolata
    Questa non è vanità.
    Qui l'errore è in ciò che non si è fatto,
    nella diffidenza che fece esitare.

    Ezra POUND, Pisan Cantos, LXXXI (versi finali),
    trad. di Alfredo Rizzardi,
    ed. Garzanti - I grandi libri, pp. 190-195