lunedì 7 aprile 2014

Parola di Zygmunt Bauman: Siamo sospesi tra Orrori e Rischi...


Zygmunt Bauman, sociologo polacco trapiantato a Leeds, Inghilterra, è quel prolifico e amato scrittore che tutti conoscono; ma è anche un grande lettore, un vorace esploratore della cronaca e della letteratura delle scienze sociali che descrive il nostro tempo, i cambiamenti che attraversiamo e percepiamo e le tendenze di cui abbiamo una cognizione ancora confusa. 
Se nei suoi saggi si è rivelato il più efficace e originale inventore di linguaggio, quello della modernità «liquida», quello che ha saputo meglio rappresentare la svolta dalla solidità rocciosa dell’epoca industriale fordista alla instabile fragilità dell’oggi, questo è avvenuto grazie alle doti raffinate della sua scrittura e del suo eloquio, che riescono a conquistare il pubblico come solo i grandi narratori.

Siamo sospesi tra orrori e rischi. 

Bauman rende omaggio in modo esplicito alla molteplicità delle sue infinite fonti, ma nel riferirne le scoperte e nel collegarle tra loro trova poi quasi sempre spunti per una sintesi che regala ai suoi lettori immagini e parole che marcano l’idea in modo permanente. 

Così avviene anche in questo testo sulla «paura», che rielabora suoi lavori precedenti e vi aggiunge una sintetica rassegna antologica.

 Il tema hobbesiano della paura attraversa tutta la storia della teoria politica da Machiavelli ai giorni nostri, è sia il nocciolo fondativo del potere assoluto del Leviatano sia la virtù del principe che ne sappia governare gli effetti. 

In queste pagine troviamo quel genere di paura che alimenta e/o avvelena tanta parte della politica contemporanea. Del resto l’autore di Modernità liquida, di Homo consumens e di La società individualizzata cominciava l’ultimo articolo apparso su Repubblica così: «Noi europei del Ventesimo secolo ci troviamo sospesi tra un passato pieno di orrori e un futuro distante pieno di rischi», paura di cose certificate dalla storia nel nostro passato e paura di cose incerte nel nostro futuro.