lunedì 30 gennaio 2012

Cinema d'Autore: Maestro Ozpetek Pensieri Emozioni e Poesia.

                       

                                                                   
                                   
Cineasta turco naturalizzato italiano, Ferzan Ozpetek, classe 1959, straordinario esponente di quell cinema d'autore che rende questa forma artistica poetica.

Il regista di “Le fate ignoranti” “Saturno contro” “Un giorno perfetto” “Mine vaganti”, drammi o commedie corali, decisamente vive talvolta allegre, ma mai leziosamente leggere, che spezzano in un singulto atmosfere lievi e raffinate, in complesse storie di Uomini e Donne, famiglie che compaiono sul teatro della loro storia prendendo le mosse dalla reale attitudine umana di sfuggire o nascondersi tra le maglie della vita.

Quelle stesse vite si articolano e convivono negli spazi affollati di un quotidiano asfissiato e dolente che non è in grado di assicurare autenticità e trasparenza senza dover per questo non pagare i propri conti alla sofferenza esistenziale più profonda e dura, che affronta il rapporto e la meditazione sulla morte senza averne paura, senza sfuggirle  e nemmeno sfidandola. Lei, destinazione incontrovertibile, mostra il peso della propria evidenza con colorata vivacità, nei volti anonimi degli affetti più cari, dei ricordi più commoventi e belli che eternizzano ogni istante dell'essere in vita, per ritardarne o magari causarne perdita di consistenza della sua presenza,  dilapidando energie e sforzi del tutto umani, che si divinizzano in sé  proprio negli istanti più memorabili delle rappresentazioni dell'esistenza.   

 C'è vita, poesia e sofferenza nelle rappresentazioni di Ozpetek, i suoi tempi registici sono densi di un lavoro accurato profondo stilisticamente perfetto che rifonda il tempo dei più grandi registi del firmamento d'autore: patrimonio universale.


C'è la scelta della cura che è rappresentazione del particolare ottimamente realizzato, con la resa visiva ad effetto di una coralità che è magia stilistica, emozione dell'estetica profusa in rivoli di bellezza incontrastata che è perfezione dell'unicità della irripetibilità di ciascun uomo al di là del suo proprio valore espresso o celato è presente a prescindere dal contesto nel quale è inserita. C'è la cura del dettaglio tematico che è ossessionato dall'emozione di graffiare l'anima per allegerirle
ogni peso della cupezza, magari la stessa causata da una condizione non scelta ma subita, come quella che condanna ad inchiodare il destino alla scelta di un diversamente possibile e contrario. La relazione è poi il frutto di quella cura con la quale si dovrebbe sempre guardare gli altri nel rispetto del riferimento valoriale che ciascuno esprime. E' relazione anche l'occasione di convivialità e armonia che sullo schermo si stringe tra commensali, quella che trova significato e significante nelle tavole imbandite, nei pranzi conviviali a base di piatti gustosi, sughi densi e peperoncino a gogo, nei quali non possono mancare i pasticciotti adorati dal regista.

In tutto ciò quello che avvicina e stabilisce una relazione tra sé e l'altro quello che accomuna e coccola,  é il senso stesso del prendersi cura di sé e degli altri, con semplicità ma dovizia di particolari, nutrendo più che il corpo l'anima stessa di ciascun spettatore.

In fondo  la cucina, nei suoi film, è quasi un luogo dell'anima, una fucina di alchimie suggestive.
Una cuccia calda nella quale ritrovarsi tutti insieme per festeggiare un lieto evento o ricordare un amico scomparso per alleggerire assenze incolmabili, sicuramente inconsolabili.
 Motivo ricorrente, quasi una fissazione, anche estetica oltre che culinaria.

Predilge paesaggi mozzafiato di bellezza incontaminata, rarefatti dalla polvere delle spezie e dalle essenze dei profumi di sandalo, zenzero e peperoncino, anche nei territori italiani e in particolare in quelli del sud, sa trovare l’ambientazione adeguata ai suoi soggetti filmici, città barocche che possiedono una  sfolgorante bellezza, come quella di Lecce, Roma o Istanbul, sfondo ideale per vicende corali, dinamiche familiari, rivelazioni brucianti e sottolineature sociali, con sottofondo omosessuale, nel quale confluiscono emozioni, deliri e strazianti passioni di soffocante spiritualità. 


La famiglia è tra le tante, la sua rappresentazione più ricca ed apprezzata,Tema che è trattazione non retorica, talvolta misteriosa e stimolante, nonostante tutte le trasformazioni sociali, che la coinvolgono e che il regista sa bene rappresentare. 
La famiglia, magari benestante, riverita, numerosa, tipica e al tempo stesso eccentrica, la quale parafrasando un suo ben noto titolo diventa un concentrato di <<mine vaganti>>, pronte a deflagrare con potenza straordinaria.


Ci sono poi le storie,Tutte con a cuore vicende esistenziali che straziano l’anima ai protagonisti e lacerano le certezze degli attoniti spettatori, che entrano nei personaggi rappresentati con coraggio dal regista; ma che difficilmente sanno uscire da essi come dalle calosce della propria infanzia.

E' un invito ad ascoltare il graffiante rumore del cuore, andando ad aprire i meandri nascosti dell’anima, quelli che procurano sofferenza e dolore muto, un dolore senza lamento.
Nato ad Istanbul nel 1959 da una famiglia Borghese, ha scelto la naturalizzazione italiana, dove dal 1976, prima per studiare Storia del cinema alla Sapienza, poi Storia dell’Arte e del Costume nell’Accademia d’Arte Drammatica “S.D’Amico”, non ha più lasciato.
Un apprezzabile debutto con la cooproduzione italo-spagnola e turca de Il Bagno Turco del 1997 che presentato alla 50° edizione del Festival di Cannes riceve un successo di critica e pubblico. 
Successo che rinnova nel 1999 quando realizza Harem Suare, con un’ambientazione nella sua terra d’origine: tormentata storia d’amore tra Safiye e l’enunco Nadir sviluppata sullo scenario della caduta dell’Impero turco. 


Saranno “Le Fate ignoranti” con le interpretazioni di Margherita Buy e Stefano Accorsi, a ricamare con tutta la dovizia del prezioso regista, i temi dell’amicizia e dell’omosessualità


La finestra difronte” con uno straordinario Masimo Girotti nella sua ultima magistrale interpretazione, graffiante e dolcissimo nell'intensità raffigurativa, annoverano meritatamente come pluripremiato, fu un godibile e sofisticato intreccio di sensualità e voluttuosa bellezza espressiva.


 Del 2005 è “Cuore Sacro” che riceve 12 candidature al Premio David di Donatello.


 Con “Saturno Contro” con il cast di bravi attori, fa incetta di riconoscimenti, non ultimo nello stesso anno il Premio De Sica che riceve dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


 Il “Giorno Perfetto” anche questo, con un nutrito cast di attori, ha riconoscimenti di incassi e di pubblico. 


Il MOMA di New York con una retrospettiva, riservata ad un numero ristretto di cineasti italiani, proietta tutti e sette I suoi film.
Il 2009 con un cortometraggio dedicato ad Alessandra Cora deceduta sotto le macerie della sua casa, aderisce al progetto <<Nonostante tutto è Pasqua>> - Cinque registi tra le macerie, pro iniziative del terremoto dell’Aquila,
Nel 2011 ha svolto la sua prima regia teatrale con l’opera Aida del Maggio Forentino diretta da Zubin Metha.

Filmografia
             Il bagno turco (1997)
                Harem Suare (1999)
                Le fate ignoranti (2001)
                La finestra di fronte (2003)
                Cuore sacro (2005)
                Saturno contro (2007)
                Un giorno perfetto (2008)
                Mine vaganti (2010)



Bibliografia
Laura Delli Colli, Ferzan Ozpetek - Ad occhi aperti , Electa Mondadori, 2008. ISBN 88-370-6830-1
Gabriele Marcello, Ferzan Ozpetek , Le Mani, 2009. ISBN 88-8012-463-3