mercoledì 25 gennaio 2012

Shoah: contro l’Oblio una Rete



                                  


Tenutasi  il 24 gennaio scorso a Roma, nel palazzo di Montecitorio  l'importante iniziativa di Quaranta docenti universitari coordinati da David Meghnagi in Ricordo della Shoah che hanno dato vita alla costituzione di una “Rete per la memoria della Shoah, contro le discriminazioni, per una cittadinanza condivisa”.


L’obiettivo precipuo è quello di Incrementare e Diffondere attraverso il Giorno della Memoria e altre iniziative legate alla conoscenza della Shoah, negli atenei italiani e nei licei,  le buone pratiche nella lotta contro ogni forma di razzismo e antisemitismo. Di cui vi è - indubitabile - grande bisogno.

Circa tremila siti Negazionisti che è possibile rintracciare in rete rafforzano l’idea che le intezioni di questa iniziativa sono giuste e probabilmente ancor più indispensabili per contrastare l’ignoranza dei fatti storici o i pregiudizi subdoli e latenti che più spesso di quanto non si dica s'insinuano pericolosamente nella vita di ciascun individuo di qualunque tempo storico a qualunque longitudine geografica.


 I docenti di venti diversi atenei italiani, hanno perciò inteso mettere in comune conoscenze e voglia di lavorare alla formazione per offrire alta specializzazione della materia al servizio della civiltà etica e civile di questo paese avvilito e prostrato da intolleranze e nuovi/vecchi razzismi.

 Il presidente della camera Gianfranco Fini, che ha prestato la sede istituzionale alla iniziativa della Rete, ha fissato un incontrovertibile punto fermo è a partire dalla memoria della Shoah che si dà «un contributo decisivo al contrasto di ogni nuova o vecchia forma di antisemitismo e di razzismo; e si impedisce che qualsiasi ideologia o potere possano abbattersi sugli inermi, sugli innocenti, su interi popoli contro i quali decretare le discriminazioni più odiose per motivi di razza, di religione, di genere, di condizione sociale».
 E c’è il «preciso dovere delle istituzioni di tenere desta la coscienza degli uomini».

Seguendo ancora le parole del Presidente della camera si vede che puntualizzando gli eventi tragici del passato si parla in realtà del presente: «Ridefinire il concetto di cittadinanza – spiega Fini – è una delle grandi sfide della democrazia contemporanea, non solo in Italia, ma in tutta Europa.
È una sfida certo imposta dalle grandi migrazioni e dai processi globali del nostro tempo, ma a ben vedere è anche una sfida connaturata alla stessa democrazia, il cui processo di affermazione e consolidamento tende e deve comunque inevitabilmente tendere all’inclusione e all’allargamento a nuove fasce di popolazione dei diritti sociali e dei diritti politici».

Così stanno le cose anche per il ministro Andrea Riccardi: «La memoria della Shoah è un fatto decisivo della comune identità europea».


 Si parli dunque della Shoah! 

Ma con quali Argomentazioni?


 Secondo Luciano Violante bisogna «evitare tre errori pedagogici: quello che punta solo sull’anniversario, che poi passa; la pedagogia dell’orrore, che ha senso ma separa i fatti dai processi storici che li hanno prodotti; quello della compassione, che fa dire “poveretti” e poi si va avanti».

Allora qual è il modo giusto per parlarne?


 Secondo l’ex presidente della camera bisogna usare «la Pedagogia della Verità, Aumentare la Conoscenza, Conservare la Memoria, andare ai Processi Storici ».


 Un primo risultato, i docenti che lavorano sull’argomento l’hanno già ottenuto: come ha raccontato ieri il professor Paolo Cohen dell’Università della Calabria, che per sua stessa ammissione non reputa questo un risultato, bensì un punto di partenza sul quale lavorare. 
E che per l’Università di Teramo, «conosciuta finora come Negazionista, ha determinato una inversione di rotta:anche questa Università riconoscerà il suo Giorno della Memoria».






                                     


IL NEGAZIONISMO della Shoah è spesso salito in cattedra,

scrivendo pagine cupe e sinistre della storia dell'Uomo.


La storia riscritta e riletta seguendo le orme di chi nega 


l'esistenza delle camere a gas o chi contesta i dati dello


sterminio messo in atto dai nazisti, è stata e continua ad 


essere qualcosa di agghiacciante.



Tra questi Claudio Moffa, professore ordinario presso la


Facoltà di Scienze Politiche proprio dell'Università di Teramo, 


che non ha mai fatto mistero delle sue <<scettiche idee>>,


 condensato di tesi revisionistiche della Shoah, che si sono


materializzate in lezioni choc. Il docente, parlando agli studenti


 dell'università abruzzese non ha risparmiato fandonie 


storiche: << Non c'è alcun documento di 


Hitler che dicesse di 'sterminare tutti gli ebrei'>>.


Sin anche racconti come quello del sopravvissuto al

campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau 


Shlomo Venezia, ritenuto senza alcun fondamento  


mistificazione della memoria, sono stati rigettati 


dall'accademico impenitentemente razzista. 



Il giudizio del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche 


Italiane, in questa circostanza è servito per dimostrare che 


<<Mettere in dubbio o negare la Shoah significa


 offendere la Memoria delle vittime>> ma non a placare


 idee di insostenibile verità.







                                     





La Rete, dunque anche nella sua manifestazione del 24 Gennaio 2012, è solo uno dei tanti eventi organizzati per Ricordare non in modo banale o retorico il Giorno della Memoria.
E’ stato lo stesso ministro dell’integrazione Riccardi a parlare in una tavola rotonda promossa dal Comitato di coordinamento per il ricordo della Shoah e dall’Unione delle comunità ebraiche in Italia, a ricordarlo. A suo parere «ancora tanti settori dell’opinione pubblica europea non riconoscono il dramma della Shoah, non la conoscono, la relativizzano. Non si tratta – ha sostenuto – solo di negazionismo, ma di relativismo storico per cui la si affoga tra le grandi tragedie del Novecento.

Ma nessuna tragedia è uguale all’altra, come la morte di nessun uomo è uguale all’altra. E la Shoah spicca nel suo carattere differente, particolare, profondo».

Di questi stessi giorni è invece l’iniziativa del consiglio comunale di Roma, che dovrebbe dare il via libera al progetto definitivo per il Museo della Shoah di Roma previsto a Villa Torlonia sulla Nomentana.


 Il progetto del museo – un parallelepipedo nero, sospeso, che riporta i nomi dei deportati italiani – è firmato dagli architetti Luca Zevi e Giorgio Tamburini.


E' da ritenersi che in ogni singolo comune, finanche quello più piccolo e sperduto dei meandri dell’intera Europa, possa creare lo spazio adeguato per agganciarsi anche solo idealmente  alla Rete, per favorire la cancellazione dei semi dell'Oblio, ricucire lo squarcio della vergogna nella dignità di ciascun uomo, che nonostante ogni irragionevole dubbio rendono ciò che è  stato mera  banalità del male
  
                              Angela Maria Spina