mercoledì 25 gennaio 2012

Quando la Decrescita rende Felici




Serge Latouche autore di una importante fatica letteraria e filosofica – “Breve trattato sulla decrescita serena – è balzato agli onori della cronaca per aver offerto una sintesi quanto mai esaustiva del Pensiero della Decrescita, collocandola in un’ottica di concretezza mai sperimentata prima dall’autore, su di un tema di greve attualità e opportunità anche politica.


 Sono in molti a credere che la decrescita sia – giusto - affrancarla dallo status di Filosofia Astratta e forse  per molti versi anche Eccentrica; per materializzarla nelle parole di Latouche in una “Utopia concreta che tenta di esplorare le possibilità oggettive della sua realizzazione”.


 Dal momento che siamo sensibili ed attenti a questi temi ci pare opportuno scorrere le pagine del filosofo francese sintetizzandone sforzi e intuizioni,  utili o forse necessari a trasformare la nostra società sviluppista; ormai in fase di disfacimento schiacciata con ogni evidenza dal peso del proprio fallimento; guardando con enorme simpatia ad una società considerata della “decrescita serena.

Ciò che entusiasma sono evidentemente le articolazioni “in otto cambiamenti interdipendenti, che rafforzano reciprocamente, la loro stessa ragion d’essere, costituita dalle ormai ben note otto R :
 1°Rivalutare, 2°Riconcettualizzare, 3°Ristrutturare, 4°Ridistribuire, 5°Rilocalizzare, 6°Ridurre, 7°Riutilizzare, 8°Riciclare


Otto R da amare - potremmo sintetizzare in uno slogan dalla dubbia efficacia.
Tutte dignitosamente con un status d’importanza incontrovertibile, specie in tempi tanto difficili come quelli che stiamo vivendo.

Rivalutare significa colmare il vuoto di valori oggi dominanti: “Amore della Verità, Senso della Giustizia, Responsabilità, Rispetto della Democrazia, Elogio della Differenza, Dovere di Solidarietà, Uso dell’Intelligenza” <<Paradigmi>> come li chiamerebbe Khun, che oggi forse più che ieri appaiono indispensabili nel creare ed incidere su un differente immaginario collettivo, all’interno del quale  è necessario soprattutto Riconcettualizzare e Ristrutturare non solo gli apparati produttivi che ci riguardano, quanto gli stessi rapporti sociali nell’ottica di una Ridistribuizione delle stesse ricchezze e dell’accesso al patrimonio naturale, tra aree a diversa tipologia di sviluppo come il Nord e il Sud del mondo, sia  all’interno stesso di ciascuna società di ogni parte del pianeta.

Rilocalizzare, nelle parole di Latouche, significa produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni di una popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente
Va da sè come la sostituzione del globale con il locale rappresenti perciò il fulcro di qualsiasi progetto di decrescita, come Latouche ben sintetizza affermando che 
 Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile ed aggiungendo che la rilocalizzazione non deve essere soltanto economica ma anche la politica, la cultura, il senso della vita devono trovare un ancoraggio territoriale”.

Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare ovvero: Riutilizzare e Riciclare - ad esempio - i rifiuti del consumo, serve a combattere l’obsolescenza programmata dei prodotti, completando la serie dei cambiamenti proposti dal filosofo.

Latouche non si ferma solo a questo: arriva a tratteggiare un vero e proprio “programma politico”, pregno di fascino e di concretezza, comprendendo che qualunque proposito di “Decrescita Serena” potrà trovare attuazione solamente nell’ottica di una volontà politica che intenda procedere in questo senso.

All’interno di questo programma il punto in cui si propone di “trasformare gli aumenti di produttività in riduzione del tempo di lavoro e in creazione di posti di lavoro” e quello in cui, in contrapposizione alla produzione di merci, si stimola la produzione di beni relazionali come l’amicizia e la conoscenza, il cui consumo non diminuisce le scorte esistenti ma le aumenta.

A corollario di un testo molto ricco di spunti, Latouche propone alcune riflessioni aventi per oggetto le possibilità d’interazione fra il pensiero della decrescita e la società capitalista, risponde a chi si domanda se la decrescita sia di destra o di sinistra affermando cheil programma (…) è in primo luogo un programma di buon senso, altrettanto poco condiviso sia a destra che a sinistra e rifiuta l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita, che rischierebbe di cristallizzarne lo spirito.


IL LIBRO
Serge Latouche 
Breve Trattato sulla Decrescita Serena 
Bollati Boringhieri, 2008
Pagine 135 – euro 9,00